Tartufo

Pregiato e dal profumo inconfondibile, il tartufo era già conosciuto e apprezzato in epoca antica.

Il suo aroma unico era noto già tra le popolazioni etrusche che lo utilizzavano per arricchire i loro piatti, abbinandolo in particolare a diverse tipologie di carne e a uova con accostamenti culinari che sembrano anticipare le tendenze moderne. E sembra che proprio da essi lo abbiamo scoperto i Romani, che per la sua prelibatezza ritenevano il tartufo un cibo di origine divina: creato dal fulmine sacro di Giove e a lui caro, ospitato e gustato con appetito nelle meravigliose tavolate dell’Olimpo.

Una passione, quella per il tartufo che si è tramandata nei secoli, conquistando personaggi illustri della storia e stimolando la creatività dei cuochi e l'appetito dei golosi. 

Ficulle è terra di tartufi da sempre. All'epoca in cui le campagne fervevano di vita contadina non c'era una famiglia che non possedesse almeno un cane da tartufo e redditizia era la vendita del prezioso prodotto. Ancora oggi è il suolo ne è ricco e numerosi sono i cercatori sia amatoriali che a scopo professionale. Il tartufo viene prevalentemente commercializzato elaborato in salse e creme, più raramente fresco per ovvi motivi di conservazione. 

Particolarmente degna di nota è la presenza all'interno dell'Azienda Forestale La Nocella, di una grande tartufaia di 13ha, iscritta all'Albo Tartufaie Controllate della Regione Umbria, all'interno della quale sin dal 2001 si conducono ricerche scientifiche sulla biodiversità e lo sviluppo dei tartufi. In particolare, la ricerca qui condotta in collaborazione con istituti di ricerca nazionali, è volta a integrare la nozione scientifica dei processi  produttivi ecosostenibili  e della propagazione del tartufo  con il fine di apprezzare la valenza e la ricaduta nell’ecosistema forestale e nella biodiversità del suolo della pratica silvicolturale e della raccolta sostenibile del tartufo selvatico. Gli studi più recenti mostrano come i cambiamenti climatici stanno influendo fortemente sulla produzione del tartufo, e forniscono un importante campanello d'allarme circa la necessità di tutelare la biodiversità e conservare l'habitat naturale. 

La riserva è visitabile su appuntamento: un'esperienza molto bella per scoprire la biodiversità del bosco, le caratteristiche del tartufo e le condizioni ambientali e climatiche che favoriscono e ostacolano la formazione.